IL BENVENUTO DI GAETANO QUADRELLI
“Sto con tutti e sono di nessuno. Se mi apparto non sono un cristiano; se non soffro insieme a tutti, non sono un cristiano; se non vivo la storia che passa, non sono un cristiano. Chi diserta non si salva: …
… muore per la «manifestazione» del regno di Dio? Se cerco di giustificarmi, col vangelo, di non amare il mio tempo e di non patire per la sua salvezza, so che bestemmio il vangelo.” don Primo Mazzolari
La logica che ci anima, dopo La settimana sociale dei cattolici di Taranto, non è quella di chi possiede ricette pronte e attuabili per ogni problema, ma quella di chi cerca di porsi al servizio dell’uomo, partendo proprio dall’ascoltarne fatiche e speranze: essere un segno di attenzione della comunità cristiana nei confronti di quanto agita il cuore dell’uomo nel suo vivere strutturato e sociale.
Vogliamo riconoscere ciò che già è presente e spesso radicato nelle comunità che costellano il territorio della diocesi: in primis parrocchie, ma anche associazioni, gruppi e singole iniziative e persone, rispetto alle quali il primo intento è quello della valorizzazione e della collaborazione.
Siamo dentro una complessità dove economia, politica, giustizia, pace, ecologia non sono elementi isolati, ma parte di un tutto (ce lo ricorda anche papa Francesco nell’enciclica Laudato Si’, parlando proprio in questi termini di ecologia integrale). E il tutto è connesso.
Di conseguenza un primo compito è quello formativo, cercando di far entrare in contatto le realtà ecclesiali, gli operatori socio-economici, le singole persone con le ricchezze della Dottrina Sociale della Chiesa, di quel vasto e prezioso insegnamento che nel corso dei secoli e alla luce del Vangelo e dell’esperienza umana si è generato nel cuore della comunità cristiana. Ovviamente, quest’opera formativa va pensata non come a un’opera parallela, bensì trasversale e comune a quella che diversi altri uffici di pastorale della diocesi (giovani, missioni, vocazioni, carità, catechesi…).
Un’ulteriore azione consiste nel coinvolgere e nel lasciarsi coinvolgere da quanti già operano sul territorio a vario livello, esprimendo passione per l’uomo, la società, il lavoro, senza steccati e divisioni preconcette. È sempre più evidente e urgente la necessità di collaborare o, come si dice oggi, di “mettersi in rete”, “fare rete”. Si tratta di un compito creativo, che richiede anche la volontà di aprire qualche nuovo sentiero e di cercare con un pizzico di fantasia il modo per essere vicini alle persone concrete e reali, accompagnandole con semplicità.
Gaetano Quadrelli
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