DEPOSITO UNICO NAZIONALE RIFIUTI NUCLEARI – LA VICENDA DI TRINO

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L’emergenza dello smaltimento dei rifiuti nucleari è diventata, in questi giorni, di stringente attualità. Il merito? La pubblicazione della CNAI (Carta Nazionale delle Aree Idonee) che, in base ai 15 criteri di esclusione e ai 13 criteri di approfondimento previsti dall’ISPRA (oggi ISIN), in linea con gli standard dell’IAEA (International Atomic Energy Agency), aveva individuato 51 comuni idonei ad ospitare il Deposito Unico Nazionale. Con questo atto si sarebbe dovuto aprire il percorso che, dopo il doveroso confronto con i territori giudicati idonei, doveva finalmente portare ad una conclusione seria e scientificamente fondata per l’individuazione del sito di stoccaggio; in piena sicurezza per la salute delle popolazioni e la salvaguardia dell’ambiente.

Nonostante che il 15 novembre 2021 il sindaco di Trino, dopo la pubblicazione della Cnapi, partecipando al Seminario Nazionale organizzato da Sogin, avesse chiesto che Sogin rivalutasse il territorio del comune di Trino alla luce “delle modificazioni antropiche e di pianificazione in corso e già intervenute”, la soluzione sembrava a portata di mano.  Anche perché, per qualsiasi valutazione di zone non inserite nella Cnapi era necessario cambiare il Dlgs che normava la procedura di individuazione del sito. E invece….    

Invece in data 12/01/2024 il sindaco di Trino, Daniele Pane, inviava al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e alla Sogin una Pec per presentare istanza di autocandidatura ad ospitare sul proprio territorio il Deposito Nazionale e il Parco Tecnologico. Questa istanza era diventata possibile grazie alle modifiche introdotte al Decreto legislativo n. 31 del 15/02/2010 (procedura per l’individuazione del sito) con il Dlgs n. 181 del 09/12/2023. Quest’ultimo, convertito in legge (Legge 11/2024) e pubblicato il 07/02/2024 sulla Gazzetta Ufficiale, nell’art. 11 al capoverso 5ter recita:

“In particolare la Sogin Spa accerta che eventuali aree autocandidate non presenti nella proposta di CNAI possano essere riconsiderate tenuto conto di vincoli territoriali nel frattempo decaduti o sostanzialmente modificati o per ragioni tecniche superabili con adeguate modifiche al progetto preliminare del Parco Tecnologico”.

Tra il dicembre 2023 e il gennaio 2024 il Governo prima e il Parlamento poi hanno di fatto cambiato le regole gettando alle ortiche la CNAPI, la CNAI e i milioni di euro spesi in un decennio dallo Stato per arrivare ad individuare le aree idonee.  Non si capisce infatti come sia possibile che, dopo così tanto tempo e un poderoso lavoro di “scrematura territoriale”, una “accelerazione normativa” permetta ai comuni non inseriti nella CNAI di autocandidarsi e far rivedere la loro posizione.

Nello specifico il comune di Trino era stato escluso per ben 2 volte (Cnapi e Cnai) dai siti idonei e questo per via della presenza nella zona di: aree protette, zone umide (risaie e falde affioranti che arrivano a 2 metri sotto il piano della campagna) , faglie che si possono deformare in caso di terremoti e per fenomeni di sollevamento del terreno (nell’ordine di 1-2 millimetri l’anno). Tali caratteristiche non sono per nulla “decadute” e la scappatoia offerta dalla legge di modificare adeguatamente il progetto per superare “ragioni tecniche” suscita grande preoccupazione.  Non dimentichiamoci che il Deposito Unico dovrebbe durare almeno 300 anni e che, almeno all’inizio, al suo interno saranno stoccati temporaneamente anche i rifiuti a media e alta attività (quelli che perdono la radioattività in migliaia di anni) che per essere sistemati definitivamente richiedono la disponibilità di un deposito geologico. Senza contare poi il maggior esborso di denaro pubblico per adattare a tutti i costi un deposito ad un territorio che NON è idoneo.

Per queste motivazioni, la PSL dell’Arcidiocesi di Vercelli, con comunicato stampa del 11 gennaio scorso ha richiesto che il percorso per l’individuazione del sito prosegua esclusivamente sulla base dei criteri scientifici sino ad ora adottati, ritenendo che non siano da perseguire decisioni che rispondano a logiche diverse.      

MARINA RASORE

Incaricata diocesana Psl Vercelli

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