Documento elaborato dalle Commissioni Diocesane di Pastorale Sociale e del Lavoro delle Diocesi di Biella, Casale Monferrato, Novara e Vercelli
“Ad petendam pluviam” erano le preghiere che si levavano nei tempi di siccità fino a qualche decennio fa. Ora che siamo nel periodo di maggiore siccità documentato dagli strumenti scientifici più che alle preghiere ci affidiamo alle previsioni meteo per sperare nella pioggia.
Le nostre terre sono passate nel volgere di pochissimi anni da essere ricche di acqua ad esserne pesantemente carenti e la tendenza non è attribuibile al fluttuare delle condizioni meteo, ma al fatto che l’impatto che l’umanità infligge sempre più alla terra con i propri consumi ha ormai vinto l’enorme inerzia del pianeta e così stiamo assistendo a cambiamenti sempre più evidenti e difficilmente reversibili.
L’acqua è uno degli elementi che più accusano i cambiamenti climatici: calo delle precipitazioni, loro concentrazione in eventi estremi, maggiori periodi di mancanza di precipitazioni, aumento della temperatura sono i fattori che determinano la carenza idrica, ma l’abitudine secolare all’abbondanza non rende ancora consapevoli della gravità della situazione.
Nella nostra Regione il mese di febbraio 2023 ha ancora confermato precipitazioni molto al di sotto della norma climatica del trentennio di riferimento 1991-2020, con un deficit medio quantificabile in circa – 80%. Questo inverno meteorologico appena concluso ha evidenziato, come l’inverno 2021-2022, anomalie sia dal punto di vista delle temperature sia dal punto di vista delle precipitazioni solide e liquide.
La combinazione autunnale ed invernale di piogge scarse e temperature ben sopra la norma, le portate dei corsi d’acqua del reticolo idrografico principale e secondario ovunque al di sotto dei valori medi storici di riferimento (Sesia -59%, Toce -42%, Po a Isola S. Antonio -64%), un volume invasato pari a circa il 20% della capacità massima teorica complessiva[1], delineano una situazione piuttosto critica rispetto alla stagione primaverile.
Le aziende agricole, all’inizio della nuova stagione produttiva, sono infatti in allarme, probabilmente non sarà possibile garantire l’irrigazione nelle quantità consuete, gli allevatori avranno una minore disponibilità di alimenti per i loro animali, le industrie di trasformazione dei prodotti agricoli prevedono maggiori costi per le materie prime e tutti patiremo le conseguenze di questo cambiamento verso il quale è naturale sentirci impotenti.
Le Commissioni Diocesane di Pastorale Sociale e del Lavoro, Giustizia e Pace e Salvaguardia del Creato delle Diocesi di Biella, Casale Monferrato, Novara e Vercelli hanno redatto una ricerca sull’acqua[2] con lo scopo di fare una fotografia della situazione nei nostri territori per indurre ad una presa di coscienza di questa realtà a tutti i livelli e per rendere più responsabile e consapevole l’utilizzo del nostro patrimonio idrico e in generale del nostro territorio.
Molti sono gli usi di questa risorsa e tanti sono i soggetti locali coinvolti: naturalmente le pubbliche amministrazioni, i soggetti gestori del servizio idrico integrato sono maggiormente implicati, ma è fondamentale un coinvolgimento di tutte le comunità e di ciascuno attraverso scelte consapevoli e stili di vita che migliorino il nostro rapporto con l’acqua.
Si calcola che mediamente ogni abitante utilizza circa 200 litri di acqua potabile al giorno e una consapevole attenzione a ciascun uso può davvero dare un grande contributo sul consumo totale, ma un’attenzione particolare merita il problema delle perdite di acqua nelle reti, in cui viene disperso mediamente a livello regionale il 33% della risorsa, uno spreco su cui occorre intervenire con un’azione che preveda nel tempo una progressiva riduzione della dispersione di una risorsa così preziosa e ricca di significato umano e spirituale.
La nostra azione come cristiani vuole da un lato essere attenta e stimolante verso le istituzioni per la promozione di interventi strutturali per ridurre queste perdite, ma auspichiamo che anche nelle comunità locali si affermi un coinvolgimento attivo delle persone che permetta di avviare azioni che, come per le comunità energetiche che si stanno iniziando a costituire, possano localmente custodire e promuovere la salvaguardia dell’acqua anche ove possibile prevedendo piccoli sistemi di accumulo, certamente meno impattanti delle grandi opere che pure potrebbero essere necessarie.
Ci auguriamo che tutti i soggetti istituzionali dedichino il necessario impegno al tema e che l’attenzione all’acqua induca le persone a una conversione degli stili di vita, sempre più necessaria.
In questo tempo di grazia della Quaresima 2023 invitiamo quindi tutti e ciascuno non solo a pregare per la pioggia ma ad iniziare un cammino di conversione nel nostro rapporto verso “sora acqua”.
[1] Dati ARPA Piemonte – http://www.arpa.piemonte.it/news/la-situazione-idrica-in-piemonte-a-fine-febbraio2023, http://www.arpa.piemonte.it/bollettini/bollettino_idromensile.pdf/at_download/file
[2] https://pastoralesocialepiemontevda.it/wp-content/uploads/2021/09/TERRE-DACQUA.pdf
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