Presentazione
La Chiesa sulle aree interne d’Italia ha una «progettualità profetica» che viene dal lontano 2011.
«Serve un’alleanza forte per poter rispondere in modo adeguato alle istanze dei nostri territori, per farli sentire accompagnati e non abbandonati». Non fosse perché «se grandi sono i disagi che si trovano a vivere, altrettanto grande è il cuore di queste realtà». Tanto che «grazie alla loro propensione alla tutela dell’ambiente e alla capacità di creare quei legami di solidarietà che spesso suppliscono a carenze strutturali» proprio «le “Aree interne” hanno infatti straordinarie carte da giocare e risorse da mettere in campo, a servizio di tutta Italia». Però serve «una progettualità profetica, a lungo termine, che abbia a cuore l’interesse comune e il benessere di tutti», con la necessità di «una visione progettuale che miri a una maggiore accessibilità e a una migliore qualità della vita».
Le aree interne si caratterizzano per la loro distanza dai centri di offerta di servizi essenziali come l’istruzione, la salute e la mobilità. Sono luoghi da cui gli uomini e le donne vanno via, perché il vivervi è diventato difficile per carenza di servizi essenziali e di occupazione di qualità; sono luoghi che da decenni subiscono una diffusa narrazione collettiva negativa. Ci va coraggio per attivare programmi di innovazione che hanno arrestato il degrado generale e l’abbandono della popolazione, generando nuove opportunità di sviluppo locale, valorizzando le risorse umane, culturali e ambientali a loro disposizione. Ciò vuol dire che le aree interne non hanno un destino già scritto: quello dell’abbandono e del depauperamento. Il loro destino è nelle mani delle intelligenze territoriali che in esse vivono e delle competenze di coloro che per esse vogliono impegnarsi.
La Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI) prova ad andare nella direzione del recupero e della loro valorizzazione. Potremmo leggere questa particolare attenzione come l’emergere di una consapevolezza nuova, secondo la quale le aree interne vengono individuate come risorse preziose, che meritano una particolare cura per il loro valore in sé e per il diritto che hanno le popolazioni che in esse vivono di essere rispettate almeno come quelle che vivono in altre aree del territorio italiano.
Nel corso del 2011 la Commissione della Pastorale Sociale e del Lavoro della Regione Ecclesiastica Piemonte-Valle d’Aosta, in cui confluiscono i singoli Uffici delle diverse diocesi, avviò e portò a compimento tre incontri sui problemi del territorio piemontese e valdostano ed in particolare dell’utilizzo del suolo e del sottosuolo.
I tre Seminari di studio portarono alla luce tutta una serie di incongruenze e situazioni negative legate all’abuso sistematico del nostro ambiente. Furono tre momenti intensi di analisi e di riflessione che misero in luce quanto fosse giunto ad un equilibrio delicato nella regione Piemonte.
Rapporto tra uomo e territorio. Interessata sul lavoro svolto la Conferenza Episcopale Piemontese, oltre a recepire la gravità delle indicazioni emerse, ha suggerito di completare l’analisi fatta ponendo attenzione anche a quelli che sono i territori montani dell’intera regione ecclesiastica. Si è quindi deciso per il biennio 2012-13 un itinerario di approfondimento che tenga presente il territorio montano e le genti che vi abitano con le gioie e le speranze, i problemi e le fatiche che vivono in questo momento storico. Sabato 8 settembre 2012 si è così svolto a Borgosesia il primo Seminario di studio dal titolo “Montagna: problema o risorsa?“, ed il 10 novembre a Fossano si è svolto il secondo intitolato ”La montagna: un bene…”. Tenuto conto che dal 12 al 15 settembre 2013 si è tenuta a Torino la 47a Settimana sociale dei cattolici dal titolo “Famiglia: speranza e futuro per la società italiana”, l’Ufficio regionale ha suggerito alla Diocesi valdostana di tenere anche conto, nella programmazione del suo Seminario sulla montagna, di tale titolo in modo che esso possa rappresentare anche un inizio di cammino verso l’appuntamento di Torino. Coinvolgendo quindi anche la Consulta delle Aggregazioni Laicali e l’Ufficio Pastorale per la Famiglia e la Terza età, è stato scelto come titolo: “Famiglia: abitare e lavorare in montagna – Risorse e fragilità”.
Di seguito potete trovare documentazione delle attività svolte in questi anni:
Intervento di Mons. Marco Prastaro Vescovo di Asti all’incontro della Commissione Regionale 12/11/2022
L’Italia e lo spopolamento delle aree interne. Non cedere alla rassegnazione – Città Nuova
Aree interne: l’esperienza di don Dell’Eva, parroco di 12 parrocchie in Trentino – AgenSIR
Aree interne. Il coraggio di guardare lontano – Azione Cattolica Italiana
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