
La Segreteria della Commissione regionale PSL del Piemonte e Valle D’Aosta comunica che a fronte di una serie di problematiche tecniche organizzative subentrate in questi ultimi giorni, siamo costretti a rinviare l’iniziativa della Settimana Sociale Piemontese prevista per il 18/19 ottobre dal titolo “Democrazia il coraggio della partecipazione” nella primavera 2026.
Nel ringraziare tutte le persone che in questi mesi si sono date disponibili per questa iniziativa, chiediamo di continuare a pensare a come costruire un maggior coinvolgimento dei nostri territori usufruendo di questa maggiore opportunità di tempo per costruire una maggiore partecipazione all’evento stesso.
Nel frattempo vi chiediamo di continuare a ricercare e coltivare i rapporti con le esperienze e le buone pratiche che avete incontrato nei vostri territori e che pensate di iscrivere alla “Piazza delle Buone Pratiche” attraverso scheda di iscrizione che trovare al seguente link: https://forms.gle/RB7h5j7r9KNuMuRSA.
Nei giorni scorsi sono state pubblicate le proposte e le raccomandazioni portate a Trieste dai delegati che hanno partecipato ai laboratori. Il documento dal titolo “Partecipare in Italia” raccoglie 19 raccomandazioni e ben 230 proposte elaborate da oltre mille delegati provenienti da tutta la Penisola, non è solo una raccolta di sintesi, ma una bussola interpretativa. Frutto di un intenso lavoro di ascolto, confronto e discernimento comunitario. La vera innovazione della Settimana Sociale di Trieste è stata il metodo adottato: una dinamica di laboratori partecipativi basata sugli “Esercizi di discernimento in comunità”, per promuovere una democrazia del confronto, del consenso, dell’ascolto e non dello scontro. L’obiettivo era duplice: far emergere una lettura condivisa delle difficoltà e far fiorire idee concrete per rispondere, dal basso, a una crisi della partecipazione sempre più evidente nel nostro Paese. Dalle raccomandazioni — che mettono al centro la formazione socio-politica, il protagonismo giovanile, le pratiche di ascolto e la co-progettazione sui territori — emerge una fotografia del mondo cattolico italiano tutt’altro che stanca o ripiegata su sé stessa. Al contrario, il tessuto ecclesiale appare attraversato da vitalità, esperienze generative, desiderio di prossimità. Tra le più significative: percorsi di giustizia riparativa, comunità residenziali intergenerazionali per giovani, scuole socio-politiche diffuse, bilanci partecipativi, comunità energetiche rinnovabili come palestra di democrazia, e percorsi di accompagnamento per il reinserimento sociale dei detenuti. Idee che parlano di un’Italia possibile, vista dal basso e pensata a partire dalla prossimità.
Molte di queste proposte restano volutamente aperte, da completare e adattare nei contesti locali. Il report non offre ricette pronte, ma strumenti per attivare processi, generare domande, far emergere vocazioni comunitarie. Come ricordano le ultime pagine del documento, due interrogativi appaiono cruciali: “Come favorire nelle comunità cristiane pratiche di lettura delle situazioni socio-politiche alla luce del Vangelo?” e “Come mettere a sistema le tante esperienze locali affinché abbiano incidenza politica nazionale e anche sul livello piemontese e valdostano?”.
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